Detti Toscani | Bere, mangiare e altri vizi della Toscana
Più che una guida di detti toscani questa è una lista di consigli per tutti coloro che si troveranno a dover “affrontare” una giornata in Toscana.
Ok il Rinascimento, le belle colline e i piaceri della tavola ma siete sicuri di essere preparati al nostro modo, a volte anche eccessivo, di ironizzare su tutto e tutti?! Quindi come reagite se qualcuno vi da di “brindellone”?
Ecco, forse un’infarinatura ai detti toscani potrebbe essere utile per godersi a pieno le bellezze di questa terra.
Imprecazioni, santi e parolacce sono presenti, anzi molto presenti, in questi modi di dire perdono il loro significato e divengono parte di una “stornello” in prosa che sdrammatizza, spiega, dimostra affetto e tramanda vecchie tradizioni. E di cosa parlano i detti toscani? Praticamente di tutto ma soprattutto di quello per cui la Toscana è famosa, il buon vivere fatto di buon cibo e buon vino.
Prendiamo l’aìre cioè iniziamo
Consigli di vita
Che siate giovani ricordare sempre che “Chi beve birra campa cent’anni, chi beve vino ‘un more mai” ma anche se iniziate a essere un po più adulti “quando il capello tira al bianchino, lascia le donne e rifatti co’ i vino” in Toscana c’è sempre la stessa soluzione
Intanto se state pianificando il viaggio e vi servono delle previsioni
“Quando Monte Morello c’ha i’ cappello e Fiesole la cappa, fiorentini correte ché l’è acqua”
Qualche consiglio di degustazione
Se “Il vino la mattina è piombo, a mezzodì argento, la sera l’è oro” c’è da dire però che “A mezzo un’è bona nemmen’ la messa”
Ma prima meglio scegliere bene dove mangiare
“Chi t’accarezza più di quel che sòle o t’ha ‘ngannato o ‘ngannà ti vole”
E poi darsi da fare con il pasto
“Mettiti di buzzo bòno” o in altre parole impegnati perchè si mangia “Icché c’è c’è!” perchè tanto “Dopo un buon pranzo si perdonano i peggiori nemici” e tutte le prese in giro diventano il miglior modo per fare amizia. “Se tu sei lungo quanto tu se’ bischero, puoi bere dalle grondaie” ma tanto “Cencio dice male di straccio” e magari non c’entra niente quello che stai dicendo – “Eh no, l’abbia pazienza, se la vo’ ragionare, la ragioni quanto gli pare, ma icchè c’entr’ i’ culo con le Quarantore?”
Ma se avete bevuto un po’ troppo poi rischiate di
“Non raccapezzàssi” e “Non sapé ’n do’ sbatter i’ capo” ma vi conviene mettersi “a cecce” ma non “’a coccoloni”
Consigli di viticoltura
“Il vino nel sasso e il popone nel terren grasso”
Se poi siete pronti davvero a mettervi alla prova con i detti toscani – lo scioglilingua
“Tito, te tu dici che t’hai ritinto tutt’ì tetto, ma icchè t’hai da dì di tetti ritinti tè che di tetti ritinti ‘un tutt’intendi un tubo!”